Con un po' di speranza e un po' di disperazione
Questa newsletter finisce qui. Ne inizia un'altra. Che parla di cose delle quali nessuno vuole (apparentemente) parlare. Di cose che ti lasciano senza fiato. Di vita, morte, lutto, amore.
Karen Blixen, conosciuta ai più come Isak Dinesen, diceva che scriveva ogni giorno “senza speranza e senza disperazione”.
Ho scoperto in modo traumatico che ha senso. E che ha senso il contrario.
Si può scrivere ogni giorno “con un pizzico di speranza, e un pizzico di disperazione”.
L’ho scoperto dopo aver detto addio alla mia compagna di sempre. Dopo vent’anni. Dopo una famiglia costruita con passione, sacrificio, quel pizzico di follia che ti permette di fare cose grandi, cose belle.
L’ho scoperto dopo aver detto ai miei tre bambini “mamma non c’è più.”
Ho scoperto che ha senso. Scrivere. Provare ad andare avanti.
Nessuno vuole pensarci tantomeno parlarne, ma quando incontri il dolore, quello vero, lo capisci. Era proprio vero che si muore all’improvviso, che nessuno può scappare.
Era vera quella frase di Fight Club: su una linea temporale abbastanza lunga, il tasso di sopravvivenza di tutti scende a zero.
Ed era vero che non sai mai quanto questa linea sia lunga o breve. O quella di chi ti sta vicino.
Ho deciso di avviare una nuova newsletter - non so ancora con quale cadenza - con un pizzico di speranza e un pizzico di disperazione.
Una newsletter che parla di cose delle quali nessuno vuole (apparentemente) parlare. Di cose che ti lasciano senza fiato. Di vita, morte, lutto, amore. Di noi (inteso anche come umani) che, nonostante tutto, proviamo ad andare avanti, insieme.
Anche se tante persone si sono iscritte ad Autostoppisti Freelance dopo aver letto della mia perdita, ho pensato non fosse giusto “trasferire una lista” o cambiare nome e andare avanti.